8 ottobre, giornata del Pratone al CIP.

All’interno di “Urban Nature” la festa della natura in città, ospitiamo e costruiamo la “giornata del Pratone”, una mostra fotografica sulla fauna che vive negli spazi urbani ed in particolare nel pratone. La mattina avremo un dibattito sulla necessità di difendere e valorizzare questo spazio nel tessuto urbano, per ragioni climatiche, naturali, di salute e archeologiche.
Durante il dibattito verrà presentata la delibera di iniziativa popolare che il Comitato Pratone di Torre Spaccata ha elaborato.
A seguire pranzo sociale, visita guidata alla mostra e laboratorio per bambini.
L’iniziativa è promossa dal Comitato per il Pratone di Torre Spaccata, Sentiero Verde, Feder Trek, Wwf Roma Pigneto Prenestino e dal Centro di Iniziativa Popolare.

Il pratone di Torre Spaccata è un pezzo di campagna romana scampato alla cementificazione selvaggia che ha riempito il nostro territorio di case e lo ha lasciato povero di verde e di servizi.
Su di esso ci sono, tra le altre cose, 4 ville romane in continuità con le ville che esistono sul parco archeologico di Centocelle.
Nuovamente gli appetiti di profitto, speculazione e cemento vogliono determinare cosa deve diventare, prevedendo costruzioni e togliendo verde.
Le recenti alluvioni delle Marche, la siccità di questa estate e i cambiamenti climatici ovunque, ci devono far ripensare al modello di sviluppo che cerca solo profitto per pochi lasciando dietro di sé disastri per tutti gli altri.
Il Pratone può essere un parco archeologico, un polmone verde, una zona di fresco climatico, uno spazio di socialità, lottiamo per farlo diventare il Parco delle Ville Romane


Nella periferia sud-est di Roma, tra la Casilina e la Tuscolana, esiste un ampio spazio verde di sessanta ettari non urbanizzato, chiamato “Pratone di Torre Spaccata”. Durante la pandemia, gli abitanti dei quartieri limitrofi si sono avventurati al suo interno, dato che è l’unica area verde così grande (60 ettari) nel quadrante; quello che era un luogo apparentemente abbandonato, ha rivelato invece tesori straordinari. Il Pratone nasconde infatti al suo interno un insediamento preistorico, quattro ville romane e un sito medievale (rinvenuti durante gli scavi effettuati dalla Soprintendenza Capitolina), inseriti in un contesto ambientale variegato e straordinario. Infatti è habitat per oltre 60 specie animali tra cui anche rapaci e rettili protetti da regolamenti europei, che godono di una ricca flora selvatica costituita da 150 specie vegetali tutte minuziosamente catalogate. Nelle stagioni più calde il Pratone si adorna di un manto di fiori multicolori tra cui una bellissima orchidea selvatica, la Serapide maggiore (Serapias vomeracea).
Il Pratone di Torre Spaccata è uno degli ultimi lembi di Agro Romano sopravvissuti nel settore, ma ancora oggi è minacciato da nuove speculazioni edilizie. L’area ricade infatti nelle proprietà di Cassa Depositi e Prestiti, che intende valorizzarne urbanisticamente una parte e vederne un’altra a Cinecittà per la realizzazione dei nuovi Studios, interventi urbanistici che comprometterebbero per sempre il valore culturale e naturalistico del Pratone. Il Comitato per il Pratone di Torre Spaccata chiede invece che si realizzi un parco archeologico e ambientale in unione con quello di Centocelle e con il parco di Villa Flaviana, anch’essa un’area verde vicino all’Anagnina che cela una villa romana, in modo tale da creare un corridoio verde tra il centro di Roma e la sua periferia, un unico parco di circa 200 ettari: il Parco delle Ville Romane. Grazie alla petizione presentata negli scorsi mesi e alle battaglie che continua a fare insieme all’associazionismo locale, il Comitato crede che l’intervento più sostenibile per il territorio, per creare più posti di lavoro, per contrastare la crisi climatica, per favorire l’accesso alle attività sportive, ricreative e culturali e per innescare processi virtuosi di riappropriazione del territorio sia quello di trasformare il Pratone in un parco a servizio della città.

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